L’autocritica è quella voce interna che ogni tanto ci suggerisce e dice cose come “ Sei stanca” “Non sai fare nulla” “ Dovresti impegnarti di più” “ Non dovresti comportarti così altrimenti….”
Si distingue da un altro tipo di voce interiore che chiameremo “Auto-Invalidazione”. Essa quando sente affiorare qualche emozione sgradevole ci chiede di soffocarla e ignorarla dicendoci “Non la provare”.
Dal punto di vista evolutivo e sociale l’autocritica può essere vista come una forma di aggressività verso se stessi che può spingere a comportamenti diversi, gli stessi che mettiamo in atto quando ci sentiamo minacciati: attacco, fuga, immobilizzazione, sottomissione .
Questo sistema che ci attiva verso le minacce e che attiva il nostro sistema simpatico facendoci provare ansia, paura, rabbia, depressione è molto antico, quindi evolutivamente siamo più predisposti ad utilizzarlo per lo stesso motivo per cui siamo più predisposti a sviluppare una fobia dei ragni piuttosto che delle prese elettriche .
L’autocritica può dunque motivare nel senso che ci spinge ad agire sulla base del fatto che viene attivato un allarme di pericolo.
Questo può spingerci a finire in tempo tutte le consegne di un lavoro e in questo ci aiuta a risolvere per esempio, il problema di un ingente carico di lavoro.
Però può anche paralizzarci di fronte a questo carico di lavoro bloccandoci in un vortice di pensieri.
Nel momento in cui è attiva questa modalità è plausibile che possiamo essere più motivati a eseguire gli ordini di un capo ufficio che tende a sovraccaricarci di lavoro, sottomettendoci al suo volere.
Ciò che è essenziale evidenziare è che la motivazione che troviamo quando ci autocritichiamo NON FUNZIONA SUL LUNGO TERMINE .
É emblematico il caso di quegli studenti che portano a termine 3 anni di università e poi quando sono sul punto di laurearsi a circa un esame dalla fine interrompono il percorso con un misterioso crollo della loro motivazione.
E tu cosa ti dici quando qualcosa non va per verso giusto ?
Riesci a usare parole comprensive verso te stesso? Ti concedi qualche tenerezza?
Puoi augurarti coraggio, successo e forza interiore ?
Puoi concederti di affermare qualche volta verso di te le parole; “Puoi farlo, ma puoi anche permetterti di non farlo” ?
Questo tipo di dialogo interno, quello autocritico, è trasversale a molte condizioni in cui c’è sofferenza psicologica . Non è necessario avere un disturbo perché ci si attivi l’autocritica anzi a tutti noi può capitare di parlarci in questo modo così severo.
Modulare l’autocritica significa garantirsi delle possibilità di crescita maggiori e molto spesso è un passo importante per uscire da condizioni psicopatologiche essendo trasversalmente presente in molte di queste.
Quando ci si mette in ascolto di se stessi e si cerca di intendere con curiosita e non con severità situazioni confuse, che sembrano irrimediabili, esse si trasformano e diventano più trasparenti, più chiare, più limpide.