Libro del mese di settembre;

Pensieri lenti e pensieri veloci.

Parliamo ancora di pensieri ma non solo.

I pensieri hanno un potere enorme ma per poterlo comprendere fino in fondo è necessario capire che differenza c’è tra un fatto e un pensiero.

Ecco qui delle domande che potete farvi per facilitare questo processo di distinzione e separazione da essi.

Dove sono i tuoi pensieri ? se i tuoi pensieri sono come una voce, com’è posizionata quella voce ?

La forma dei tuoi pensieri qual’ è? E’ simile ad immagini, parole o suoni ?

I tuoi pensieri si muovono o sono fermi ?

Se si muovono a quale velocità e in quale direzione? Se sono fermi, dove sono sospesi ?

Di tanto in tanto veniamo catturati dai nostri pensieri, non ha importanza, capita a tutti, ritorna a osservarli in maniera curiosa .”[1]

Il libro del mese, lo ammetto  richiede l’impegno di una lettura lunga circa 400 pagine, ma è uno sforzo congruo con il mese di settembre in cui si torna a rimboccarsi le maniche .

Daniel Kahneman psicologo Israeliano collaborò per anni assieme con Amos Tversky, dimostrando che il cervello umano, nei processi decisionali quotidiani non segue leggi della razionalità matematica e statistica come ad esempio il calcolo della probabilità a priori ma “lavora” in maniera peculiare.

Il cervello  può funzionare in modo più intuitivo e automatico (pensieri veloci) o con uno sforzo attentivo costoso più simile a un processo di calcolo (pensieri lenti), anche questa seconda modalità della mente non segue naturalmente la statistica e le leggi della probabilità.

Valutiamo più facilmente in base ai nostri processi automatici, perché questo sistema non può essere disattivato a piacere, mentre  il nostro sistema riflessivo (pensieri lenti) si attiva più pigramente e in maniera volontaria.

Proviamo a mettere in pratica rispondendo a dei problemi difficili come queste domande tratte dal libro, che richiedono l’attivazione dei pensieri lenti.

  1. Qual è il significato della felicità? Quanto sei contento della tua vita in questo periodo ?
  2. Quali saranno i probabili sviluppi politici dei prossimi 6 mesi ?
  3. Quali sono le condanne solitamente emesse per reati finanziari?
  4. Quanti soldi daresti per salvare una specie in pericolo?

Quando rispondiamo a queste domande lo facciamo in base ai corrispondenti interrogativi qui in basso, vale a dire che il nostro sistema automatico converte la domanda in questo modo, provando a “facilitarsi la vita” .

  1. Di che umore sei in questo momento?
  2. Quanto popolare sarà il presidente tra 6 mesi ?
  3. Quanta rabbia provi quando pensi ai “predoni” finanziari?
  4. Quanta emozione provi se pensi a una specie in pericolo come i delfini moribondi ?

La completezza delle informazioni conta per il nostro cervello molto meno della coerenza o della disponibilità delle stesse , o della facilità con la quale ci rappresentiamo i dati in memoria .

Questi processi attentivi sono guidati dalle emozioni e da come vengono contestualizzate e con che frequenza (familiarità) vengono presentate le informazioni.

Lo stato normale della nostra mente è fatto di sensazioni e opinioni intuitive.

Spesso formuliamo dei giudizi in base a euristiche, ossia risolviamo problemi credendo di aver dato giudizi di probabilità,in realtà correliamo informazioni associandole o cercando di trovare nessi di casualità accontentandoci dei dati disponibili o della spiacevolezza /piacevolezza emotiva.

Per questo in alcuni percorsi terapeutici ci si allena a osservare e descrivere i processi mentali sospendendo i giudizi.

Per  chi non si accontenta di questo accenno e vuole conoscere meglio euristiche e leggi come quelle di affetto, ancoraggio, rappresentatività, deduzione arbitraria, legge dei piccoli numeri, effetto alone…   c’è la lettura del libro.

 [1] Fare act. Una guida pratica per professionisti dell’ Acceptance and Commitment Therapy- 23 marzo 2021 Russ Harris